Novità nelle misure cautelari: interrogatorio preventivo e decisione collegiale sulla custodia in carcere
La recente riforma della giustizia penale, approvata definitivamente dalla Camera il 9 luglio, introduce importanti cambiamenti riguardo alle misure cautelari personali.
La principale novità è l’obbligo per il giudice di interrogare preventivamente l’indagato prima di decidere sull’applicazione di una misura cautelare che comporti la privazione della libertà personale. Questa procedura è tuttavia limitata ai casi in cui esiste il rischio concreto e attuale di reiterazione di reati “non gravi”. Rimane invariato il modello tradizionale di interrogatorio successivo all’esecuzione della misura per i casi di pericolo di fuga, inquinamento probatorio o di reiterazione di “gravi delitti” (come omicidio, violenza sessuale, reati di criminalità organizzata, i reati indicati dagli articoli 407 comma 2 lettera a) o 362 comma 1-ter del CPP.).
L’invito a presentarsi per rendere l’interrogatorio è comunicato al Pm, all’indagato e al suo difensore almeno cinque giorni prima del giorno fissato per la comparizione, salvo casi di urgenza, e la sua mancata effettuazione comporta la nullità dell’ordinanza del giudice. L’indagato deve essere informato della facoltà di visionare ed estrarre copia di tutti questi atti, tra i quali espressamente rientrano i verbali delle comunicazioni e conversazioni intercettate, e del diritto alla trasposizione delle relative registrazioni su un supporto idoneo alla riproduzione dei dati.
L’interrogatorio deve essere integralmente “documentato” a pena di inutilizzabilità.
L’altra modifica rilevante riguarda l’attribuzione GIP COLLEGIALE, composto da tre giudici, delle decisioni riguardanti l’applicazione della custodia cautelare in carcere o di una misura di sicurezza detentiva. Questo obbligo di decisione collegiale, volto a rafforzare la presunzione di innocenza, entrerà in vigore però solo tra due anni.
Studio Legale Galluffo
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